Negli ospedali italiani, il rischio di contrarre un’infezione non è solo un’eventualità, ma una realtà preoccupante. Eppure, la normativa prevede che ogni struttura sanitaria debba adottare misure specifiche per prevenire questo problema. Il punto è che, nella maggior parte dei casi, queste misure restano solo sulla carta.
Alcuni anni fa, uno studio dell’Università di Harvard evidenziò che la negligenza medica era la terza causa di morte negli Stati Uniti. L’impatto fu tale che il sistema sanitario americano reagì con decisione, adottando protocolli più rigidi e migliorando la sicurezza per i pazienti.
In Italia, un allarme simile è stato lanciato nel Rapporto Osservasalute per il numero crescente di morti per sepsi ospedaliera (Per sepsi si indica un’infezione generalizzata che può interessare uno o più organi e che può arrivare a comprometterne la funzionalità). Ma, a differenza degli Stati Uniti, la risposta del nostro sistema sanitario è stata flebile. L’argomento è passato velocemente nei media, senza una reale azione concreta.
Un problema sottovalutato
Dati più recenti segnalano che, negli ultimi quattro anni, i decessi per sepsi in Italia sono stati 70.000, pari a circa 200 al giorno. Questo dato emerge dal Libro bianco realizzato dall’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico resistenza (Onsar).
Chi è più esposto a questo rischio?
Principalmente le persone sopra i 75 anni, con condizioni di salute fragili. Le cause principali sono l’inadeguatezza organizzativa delle strutture sanitarie e la resistenza agli antibiotici, alimentata da un uso improprio di questi farmaci sia in ambito medico che negli allevamenti animali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia che la sepsi rappresenta un problema sanitario globale, con circa 47-50 milioni di casi all’anno e 11 milioni di decessi nel mondo, pari a 1 decesso su 5. Questo dimostra quanto sia fondamentale attuare misure di prevenzione efficaci.
La questione richiede un intervento mirato da parte delle istituzioni: Ministero della Salute, ISS, Aifa, Agenas e Assessorati Regionali devono affrontare questa emergenza con la dovuta serietà per ridurre il rischio per i pazienti.
Prevenzione: una responsabilità imprescindibile
La Commissione Europea ha evidenziato che, in Italia, il problema delle infezioni ospedaliere viene spesso accettato con rassegnazione. Eppure, proprio come in Svezia e Olanda, anche la nostra legge prevede la presenza di comitati per la prevenzione delle infezioni in ogni ospedale. Il problema? Sono pochi i centri in cui queste misure vengono applicate con costanza e serietà.
Un altro fattore critico è la scarsa igiene all’interno degli ospedali. Episodi come personale sanitario che esce dalle sale operatorie con la stessa divisa con cui si muove nelle aree comuni, o l’uso di gioielli e accessori che diventano ricettacoli di germi, sono situazioni che mettono a rischio i pazienti. La sicurezza nelle strutture sanitarie dovrebbe essere una priorità assoluta.
I tuoi diritti
Se tu o un tuo familiare avete subito danni a causa di un’infezione ospedaliera, sappi che esistono strumenti legali per ottenere giustizia. Le strutture sanitarie hanno il dovere di garantire un ambiente sicuro: se questo non avviene, hai diritto a un risarcimento.
Noi di AP Risarcimento & Consulenza ci occupiamo di tutelare i tuoi diritti con un team di medici legali e avvocati specializzati. Valutiamo il tuo caso e ti forniamo supporto senza costi anticipati.
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